La Chicchetta - 117

martedì 14 aprile 2009

Parliamo del ponte sullo stretto

in questi giorni immagini terribili di dolore e morte ci raggiungono provenienti dalla terra d’Abruzzo. Il sisma ha ridotto a cumuli di macerie interi paesini, frazioni, lo stesso capoluogo regionale nel suo centro storico e in alcuni edifici anche moderni, se non addirittura contemporanei, costruiti quindi teoricamente per resistere quale l’ospedale cittadino inaugurato solo nove anni fa. Prendo spunto proprio da quest’ultimo caso per affrontare il tema del progetto del ponte sullo stretto di Messina. Ma non dal punto di vista dell’opportunità politica quanto su quello squisitamente tecnico. Nel terzo millennio l’uomo è arrivato sicuramente ad un livello di sviluppo tecnologico tale da consentirgli di costruire un ponte lungo circa tre chilometri a campata unica facendolo sufficientemente elastico da consentirgli di resistere ad eventuali scosse sismiche di elevata magnitudo. Il costo complessivo dell’opera è stimato ad oggi essere di nove miliardi di euro, e verosimilmente in corso di costruzione potrà lievitare. Ma il punto non è neanche questo. Lo stretto di Messina è forse la zona a maggiore rischio sismico dell’intera nazione, e infatti proprio lì si verificò nel 1908 il terremoto più devastante che a memoria d’uomo abbia mai colpito l’Italia e l’Europa: oltre centomila morti.A tutt’oggi sia Messina che Reggio Calabria, le due città che godrebbero dei maggiori benefici dalla costruzione del ponte, hanno il loro patrimonio abitativo per i buoni tre quarti costruito con sistemi “non” antisismici. Nell’ipotesi malaugurata di un cataclisma simile a quello dei primi del ‘900 questo ponte se resistesse unirebbe due cimiteri. Non so perchè ma istintivamente questo progetto mi ricorda quello descritto nella Bibbia relativo alla Torre di Babele. Sfidare la natura (o Dio) per orgoglio è un atteggiamento che è sempre stato foriero di male piuttosto che di bene.
Ma vale davvero la pena di spendere una cifra così enorme per rischiare di unire due potenziali cimiteri?
O forse con quella stessa cifra non si potrebbe mettere in sicurezza il patrimonio abitativo di quei due capoluoghi di provincia (almeno)?
Credo che come impresa regalerebbe al suo ideatore la medesima immortalità in fama e gratitudine del ponte.
Sarebbe forse meno visibile ma verosimilmente più meritoria.

By Angelo Stelitano


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