La Chicchetta - 93

giovedì 5 marzo 2009

Andiamo verso una scuola che preoccupa


La recente riforma della scuola crea molta apprensione già dal prossimo anno scolastico. Difficile trovare le ragioni pedagogiche di questa riforma. Più facile comprenderne la motivazione economica, l'esigenza di risparmio, in un periodo dove tutti siamo chiamati al sacrificio e alla spesa oculata. Impossibile capire perché il risparmio cominci dalla scuola e soprattutto dalla scuola primaria.Il prossimo anno, i bambini che frequenteranno la classe prima, scegliendo il nuovo modello orario di 24 ore rinunceranno come minimo a 3 ore di lezione ogni settimana. Le uniche materie riducibili sono Italiano e Matematica. Nei cinque anni le ore perse saranno 600, un intero anno scolastico delle due materie più importanti!Uno dei pochi punti certi della riforma è l'eliminazione delle "compresenze". Considerando che un'insegnante può accompagnare non più di 15 alunni, la compresenza (due maestre sulla stessa ora) anche se si verifica per poche ore alla settimana, permette le uscite didattiche, le attività opzionali, le lezioni, di recupero, l'apprendimento dell'informatica con la classe divisa in gruppi. Inoltre la compresenza permette la copertura della mensa, le supplenze "veloci", consente alla maestra di completare il suo orario di lavoro settimanale.Per le famiglie dei "primigini" 2009-2010 ci sarà la possibilità di scegliere tra quattro modelli orari 24-27-30-40 ore settimanali (40 comprensive di mensa) con un'insegnante "prevalente" ed altre "abilitate". Le classi più alte continueranno con il vecchio modulo (senza compresenze). Calcolando che una maestra lavora 22 ore, che per insegnare inglese e religione occorre averne titolo o requisito, formare l'organico sarà un'impresa degna di Erno Rubik.
Mentre si aspettava il completamento di una riforma in atto, viene invece ribaltato l'assetto, l'ordinamento della scuola primaria (il "modulo") ormai largamente accettato dai genitori e valorizzato a livello internazionale.In Italia tempo fa si fece anche una scelta di grande civiltà, onorevole per il nostro Paese, inserendo insegnanti di sostegno per l'integrazione degli alunni con disabilità o problemi seri, una goccia d'oro zecchino nel mare degli investimenti per tutti gli altri bambini che disabili non sono.Anche per questo la nostra scuola primaria è tra le migliori al mondo, con il suo sforzo d'insegnamento individuale, personale ed in gruppi che lavorano insieme, costruendo un'evoluzione didattica inarrivabile dalla scuola superiore. I "tagli" nella scuola hanno un costo umano e prospettico.
La scuola non è una risposta alla richiesta del mercato, è la crescita dei nostri "piccoli uomini" sotto l'egida della cultura.
Andiamo verso una scuola che preoccupa e impaurisce. Abbiamo bisogno di una politica più sapiente, molto vicina alla saggezza. La ragione è il nostro privilegio di uomini, permette di conoscere, di discernere e di giudicare. La politica dovrebbe regolare le nostre azioni senza allontanarsi da una forte coscienza morale, pronta a suggerire progetti e riforme che attingano da quella grande esperienza che genera il buon senso.




By Angelo Stelitano


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