La Chicchetta - 28

lunedì 3 novembre 2008

La destra al governo caccia i precari; la destra al governo punisce i disabili; la destra al governo attacca il diritto di sciopero dei pubblici dipendenti.
È un crescendo di scelte politiche sui temi del lavoro, condotto da una coalizione che ormai non si richiama più al classico moderatismo del “centro”. Palazzo Chigi e dintorni non si muovono per convincere della bontà delle proprie idee, non sono interessati dalle proteste e dalle proposte dell’opposizione, né dalle manifestazioni e dagli scioperi. Non gettano acqua, bensì benzina sul fuoco.
Cercano di stringere una morsa attorno alle organizzazioni più esitanti, spingendole a chiudere ogni rapporto con la Cgil.
È in atto, in sostanza, un attacco senza precedenti al ruolo di Cgil Cisl e Uil. Lo avesse tentato il centrosinistra sarebbe successo il finimondo. Stanno buttando alle ortiche ogni ipotesi di concertazione con le parti sociali. Decidono e annunciano disegni di legge che mettono in discussione principi costituzionali (vedi le norme sullo sciopero) senza interpellare nessuno. Come se il lavoro fosse cosa loro. Sarebbe necessario porre uno stop a questi colpi di mano. È esemplare la vicenda dei precari del settore pubblico. C’era una norma contenuta nel protocollo concordato dal centrosinistra con Cgil Cisl e Uil e che poneva un tetto di 36 mesi per i contratti a tempo determinato. Era un tetto voluto per permettere un passaggio al posto stabile. I sindacati avevano chiamato al voto cinque milioni di lavoratori. Un testo “consacrato” dal consenso.
Il governo non ci ha pensato due volte: ha licenziato i precari.
Facendo così del male non solo a migliaia di giovani ma, ad esempio, a un settore decisivo come quello della ricerca.
Una pugnalata al Paese.È una corsa forsennata quella intrapresa dalla destra sui temi del lavoro. È partita in sordina, attraverso le iniziative del ministro del Lavoro. Ha tracciato una strategia intenta a fare l’occhiolino alla Cisl, prospettando una futura partecipazione agli utili delle aziende (di questi tempi!) e una moltiplicazione di funzionari da inserire nei cosiddetti Enti Bilaterali gestori del collocamento e di altro. Ha convinto Confindustria a proporre un accordo sui contratti tutto procedurale, capace di imbrigliare definitivamente il conflitto, senza dare risposte a problemi di salari e di diritti. Ora lo stesso ministro ha annunciato il nuovo decreto per spezzare le possibilità di sciopero nel pubblico impiego, come se non esistessero già leggi e norme.Ma si vuole molto di più. Non importa se così facendo spazzano via accordi già formulati, come il memorandum sul pubblico impiego. Era stato siglato nel gennaio del 2007 e conteneva importanti impegni per l’efficienza. Un dirigente Cisl all’epoca aveva parlato di «una rigenerazione della Pubblica amministrazione». Capitolo abbandonato così come è abbandonato il rapporto costruttivo col sindacato. Ora si licenziano i precari, si vieta lo sciopero, si mettono i tornelli alle porte. Un misto di autoritarismo e di trovate immaginifiche. Credono di poter così mettere ordine tra insegnanti, ministeriali, vigili del fuoco, esattori, infermieri.

Un attacco senza precedenti nella vita democratica del nostro paese.
Peggio del 2002, famigerato Patto per l'Italia, quando il tentativo di isolare la CGIL andò a vuoto.

By Angelo Stelitano


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