La Chicchetta - 44

mercoledì 26 novembre 2008

Corte dei Conti. Un'indagine boccia la raffica di sanatorie: sono state inutili
Condoni fiscali, pochi incassi
"Buco di 5,2 miliardi di euro"
Per imagistrati i provvedimenti della Finanziaria 2003
"hanno avuto effetti diseducativi"

Che i condoni fossero diseducativi l'avevano denunciato in molti. Ma a rivelare che fossero anche poco utili per fare cassa stavolta è la Corte dei Conti. Dopo un'accurata indagine sulla raffica di richieste di sanatorie fiscali promosse dal secondo governo Berlusconi con la Finanziaria 2003, il risultato è piuttosto sconfortante: mancano all'appello 5,2 miliardi, mai versati, rispetto ai 26 che sarebbero dovuti affluire nelle casse dell'erario in base alle dichiarazioni di condono presentate. Soldi che sarebbero serviti per finanziare servizi e a coprire in parte l'immane deficit pubblico italiano, di cui però si sono perse le tracce. «Le somme dovute dai condonati - è scritto nell'indagine - non sono state versate neppure dopo l'iscrizione a ruolo e la notifica delle relative cartelle esattoriali». Insomma, una guerra persa. E non è tutto. Secondo la magistratura contabile i condoni hanno ottenuto solo un risultato di breve termine, senza contare che «le reiterate proroghe ed estensioni di concessioni hanno avuto un effetto fortemente diseducativo» e che il condono dell'Iva, così come prevede il diritto comunitario, è illegittimo. Una bocciatura, dunque, su tutta la linea. L'indagine punta il dito contro le categorie che hanno beneficiato del passaggio tra lira e euro: società di capitali o a gestione manageriale ubicate nel Centro-Nord, anche per il timore di possibili controlli. La Corte propone di destinare una quota delle risorse incassate dalla lotta all'evasione come bonus risarcimento ai contribuenti che, sottoposti ai controlli, sono risultati in regola.


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