La Chicchetta - 176

venerdì 24 luglio 2009

Superrottamazione



Con il trascorrere degli anni è quasi normale che si perdano illusioni e che le speranze si riducano ad un livello meramente fisiologico..è il gioco della vita; alla fine, rimangono poche e solide certezze, ma nella società attuale, quella in cui si è costretti a confrontarsi, anche quelle, vengono di fatto smantellate. Leggevo ieri un articolo su “Italia Oggi” dal titolo inequivocabile “Super rottamazione degli statali” e ho realizzato in un colpo solo che , dopo avermi chiamata fannullona, dopo avermi penalizzata economicamente perché usufruisco della legge 104 e perché partecipo alle assemblee sindacali, oggi mi stanno togliendo perfino il piacere di poter dire che l’anno prossimo andrò in pensione perché ho raggiunto i fatidici 40 anni contributivi; infatti, arrivata a tale traguardo, ci spiega Giovanni Galli nel suo articolo, l'amministrazione potrà "rottamarmi"...come un qualsiasi vecchio utensile arrugginito... ma la cosa che mi disturba di più è il peso di certe parole .. e l'uso che ne viene fatto a dimostrazione della forza "machista" di un potere arrogante e maleducato e di una stampa asservita, che non hanno rispetto della gente comune che lavora da una vita. E pensare che, nonostante mi ritenga una persona vivace che lavora ancora con piacere, non vedo l’ora di lasciare.. ma il solo pensiero che ci possa essere un qualsiasi burocrate che si prenda il diritto di rottamarmi non appena sarà possibile, mi fa imbufalire terribilmente. Sono una persona consapevole e non ho bisogno di suggeritori per capire che il tempo è passato… e che per questo ho perso l’occasione per frequentare Palazzo Grazioli o Villa Certosa.. e che non potrò avere il piacere di riprendermi col telefonino nei bagni lussuosi di un appartamento istituzionale.. e tantomeno di provare le molle del lettone di Putin ... e , cosa gravissima, mai potrò godere da vicino delle " beltà armate” del ministro ceco. Nonostante tutto, sono fiera del mio aspetto un po’ stropicciato e pertanto, non delego a nessuno la soddisfazione di urlare al mondo intero che mi sono rotta le palle di lavorare all'Inpdap e che conto i giorni, come in un calendario dell'avvento, che mi restano per maturare il limite massimo di servizio, quando finalmente ME NE ANDRO’ DA SOLA senza bisogno che l'amministrazione si scomodi ad aprirmi la porta, perché il nostro istituto fa pendant con questo paese e con il governo che si è scelto.

Mariangela Romanelli

By Angelo Stelitano


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