La Chicchetta - 172

lunedì 20 luglio 2009

L’ecomafia indica Nord

L’ecomafia dei rifiuti ha messo solidi radici nel Nord Italia. La scorsa settimana il Corpo forestale dello Stato ha concluso l’operazione “Ecoterra” contro un traffico illecito di rifiuti tossici fra aziende di Trentino, Lombardia e Friuli. Un’inchiesta lunga sei mesi, che ha confermato come i pusher delle scorie scorazzino al Nord come al Sud per risparmiare i costi del corretto smaltimento, simulando trattamenti, falsificando documenti, compiendo miscelazioni illegali, spacciando sostanze velenose. Un gioco delle tre carte dove chi viene fatta fessa è la salute dell’ambiente e dei cittadini. è difficile quantificare i danni prodotti. L’inchiesta, condotta dal personale del Comando provinciale di Vicenza, ha scoperto - come recita il comunicato del Cfs - «un traffico di migliaia di tonnellate di scorie di acciaieria, illecitamente utilizzate come tali o miscelate con terreno e rifiuti derivanti da vagliatura di inerti. I rifiuti venivano poi utilizzati come materiale per coperture di discariche o come terreno vergine destinato a bonifiche agrarie». I risultati investigativi hanno portato all’arresto di due imprenditori trentini, alla perquisizione di numerose ditte e al sequestro di due discariche. Coinvolti anche i titolari di ditte specializzate nel trasporto e nel recupero di rifiuti non pericolosi e nella gestione di discariche e bonifiche agrarie, tra cui il direttore dello stabilimento delle Acciaierie Valsugana di Borgo Valsugana. L’altro destinatario della misura cautelare dell’obbligo di firma, lavorava, invece, presso un impianto di recupero dei rifiuti e gestiva le discariche facenti capo alla ditta del figlio. Le perquisizioni hanno interessato anche due laboratori di analisi che effettuavano, falsificando i dati, gli accertamenti tecnici sulle caratteristiche dei materiali oggetto del traffico: «Un’attività continuata e articolata di gestione di rifiuti - principalmente scorie di acciaieria - smaltiti illecitamente ». Il Trentino non è nuovo a fatti del genere: nel dicembre scorso, un’altra inchiesta, durata 11 mesi, ha portato a otto ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di due aziende per traffico illecito di circa 123mila tonnellate di residui di lavorazione di acciaierie, cartiere e limi di marmo. Scorie che finivano in una cava dimessa del Monte Zaccon, in Valsugana. Un affare criminale degno della peggior “cricca” ecomafiosa, che si serviva anche di un laboratorio di analisi per falsificare risultati e formulari e che ha fruttato qualcosa come un milioni di euro. Resta solo da aggiungere che di inchieste contro il malaffare della “Rifiuti Spa” dal 2002 a oggi, ossia dall’entrata in vigore del delitto di attività organizzata per il traffico di rifiuti (unico delitto ambientale in Italia) sono state ben 135, con 857 ordinanze di custodia cautelare, 2.425 persone denunciate e 581 aziende coinvolte di tutta Italia.


By Angelo Stelitano


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