La Chicchetta - 137

mercoledì 13 maggio 2009


Ora diciamo qualcosa di sinistra

diciamo qualcosa di sinistra? Dunque, da dove si potrebbe cominciare? Dai migranti, ad esempio: piano piano l’attenzione verso i più deboli, gli indifesi, quelli che Fanon Frantz definì “i dannati della terra”, quell’attenzione che era un tratto peculiare dell’essere italiani e che traeva origine dal concetto di ospitalità del mondo ellenistico poi implementato dalla tradizione giudaico-cristiana, piano piano quell’attenzione sta venendo meno, ci siamo inariditi, la nostra intransigenza verso i migranti, quella stessa che blocca in mezzo al mare barche zeppe di umanità, provoca disgusto a primi ministri di stati esteri. Credo che provare un pò di quel disgusto o meglio sentire dolore, senza cadere nella demagogia (e mi rendo conto che sto camminando sul filo del rasoio) sia una sensazione di sinistra. Ma credo sia anche di sinistra provare il medesimo disgusto/dolore di fronte ad accampamenti abusivi di clandestini che vivevano o vivono in condizioni subumane ad esempio a Roma, seppure per gli ultimi quindici anni e sino al maggio 2008 la capitale sia stata governata da giunte “di sinistra”. Ecco, credo che sia di sinistra dire sempre la verità anche se cruda, anche quando coinvolge la nostra parte politica, come è di sinistra non chinare il capo di fronte ai soprusi inflittici dalla controparte. E’ di sinistra dire che le tasse sono un bellissimo strumento per poterci permettere il lusso di vivere in una società organizzata. Ma credo sia altrettanto di sinistra pretendere che il prelievo sia equo e proporzionale alle entrate, ma che debba restare nel portafogli di ciascun contribuente molto più di quanto resti ora, e che per raggiungere tale obiettivo sia necessario combattere gli sprechi e la cattiva gestione della cosa pubblica, razionalizzare l’esistente per migliorare il futuro. E’ di sinistra chiedere che la giustizia sia davvero uguale per tutti, pur nei limiti ineludibili della condizione umana. Ma credo sia di sinistra sperare di avere poche leggi chiare rispetto alla jungla attuale, che fa comodo solo ai soliti azzeccagarbugli, guardacaso la categoria maggiormente presente (gli avvocati, intendo) tra i banchi del parlamento, perchè i più deboli ne verrebbero meglio tutelati. E’ di sinistra guardare la vita con occhio sereno, magari cercando di sdrammatizzare anche i momenti più difficili. Ma credo sia di sinistra auspicare che questa serenità non si trasformi in leggerezza, in tutti i campi, perchè non sono sinonimi. E’ di sinistra sottoporre a critica i processi decisionali per tentare di renderli sempre migliori e modellare le scelte prese sulle esigenze della gente. Ma credo sia di sinistra anche ascoltarla preventivamente la gente, e non far calare dall’alto le convinzioni di pochi oligarchi pretendendo che le medesime passino per quello che la gente si aspetta.


E’ di sinistra essere umili. Ma credo che lo sia ancora di più dire, quando è il caso, due parole difficilissime: “ho sbagliato”, facendole seguire da un’altra: “scusa” ancor più difficile da pronunciare delle altre due.


By Angelo Stelitano


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