La Chicchetta - 133

giovedì 7 maggio 2009

Piccoli dubbi sulla curiosa febbre suina



Ho qualche difficoltà a seguire l'evolversi nel mondo dell'influenza di cui tanto si parla. Intanto adesso gira con un nome d'arte. Si chiamava influenza suina e ora la chiamiamo messicana, e di tanto in tanto pure "influenza A". Lo so che è la stessa cosa che fanno un sacco di persone con un cognome imbarazzante, lo so che per un palcoscenico mondiale ci vuole un nome che faccia un bell'effetto, però così non si capisce più niente. Diamine, sembra uno di quei romanzi russi dove lo stesso personaggio fra nome, patronimico, soprannomi e vezzeggiativi vari non si sa mai come riconoscerlo e bisogna tirare a indovinare. Tanto per peggiorar le cose non mi tornano più neppure i numeri. Il 28 aprile le agenzie contavano 152 morti in Messico e qualcosa come 1600 persone ricoverate (su 108 milioni di abitanti). Adesso parlano di 25 vittime e 700 malati. Ci siamo persi qualcosa? Sono solo i casi nuovi? Quelli di prima erano vittime di qualcosa d'altro? A noi poverelli piacerebbe capire esattamente quanto può esser pericolosa una malattia. Anche a spanne. Più o meno delle influenze qualsiasi? Perchè anche quelle una certa percentuale di rischio ce l'hanno, e neppure bassissima. Così, per decidere se preoccuparci.


Per ora, se ho ben capito, fra incrociar qualcuno che tossisce o attraversare la strada per evitarlo, resta sempre più pericolosa la seconda ipotesi.


By Angelo Stelitano


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