La Chicchetta - 88

mercoledì 25 febbraio 2009

C’è crisi, ma Giulio non trema (o così pare)

La crisi non fa paura a questo governo. O (seconda ipotesi) l’ottimismo che traspare tra le righe del decreto a sostegno ad alcuni settori industriali, è un modo per eludere il problema dell’impossibilità di stanziare più di 2 miliardi. Solo così si spiega l’esiguità delle misure economiche messe in campo per incentivare i consumi nel settore dell’auto, degli elettrodomestici e dei mobili. Corrispondono, più o meno, a 1.500 euro di sconto per l’acquisto di un’auto nuova che, se sommati agli sconti dei produttori, portano il bonus a 3mila euro. Ai soldi pubblici si ha però diritto solo se si rottama un’auto inquinante immatricolata prima del 1999. Difficile pensare che chi in 10 anni non ha cambiato auto lo faccia ora. Ecco perché gli incentivi sembrano più tagliati sulle esigenze delle case produttrici di vendere i nuovi modelli meno inquinanti. Inoltre, secondo uno studio (Fleet&Mobility) le misure governative possono salvare 40mila posti di lavoro grazie a 400mila immatricolazioni in più del previsto nel 2009. Non è detto che a salvarsi siano tutti e solo dipendenti Fiat. Se nei mesi scorsi l’ad dell’azienda aveva paventato il taglio di 60mila posti di lavoro, le misure prese non sono sufficienti. E qui entra in campo il fatto che il governo non ritiene questa crisi così drammatica come sembra. Avrebbe fatto di più, altrimenti. Avrebbe, ad esempio, svincolato lo sconto Irpef del 20% sull’acquisto di elettrodomestici e mobili dalla ristrutturazione della casa, che restringe di molto il numero delle famiglie che vi faranno ricorso. Perché tutta questa fiducia? Perché, come ha spiegato Tremonti, la capacità di spesa degli italiani è ancora “enorme” e il compito del governo è stimolare l’uso di questi soldi ai fini della spesa. Vero. Solo che, ancora una volta, nei provvedimenti del governo mancano i giovani. I ragazzi sotto i 30 anni, laureati, lavoratori a tempo, a contratto o a progetto, non hanno ancora trovato nelle decine di provvedimenti anti-crisi una misura che andasse a loro favore. Mancano quelle riforme necessarie per trasferire un pò di fiducia nel futuro anche a loro. La prima di queste riforme è quella degli ammortizzatori sociali per estendere la protezione del reddito anche a chi lavora da precario.

Ma il ministro Sacconi dice che non è questo il momento. E allora quando?



By Angelo Stelitano


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