La Chicchetta - 67

venerdì 23 gennaio 2009


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Macerata 1817 Gli insorti antipapalini affiggono sui muri questo proclama:
"Quando l'altissimo Iddio vuole punire i popoli,li consegna al governo degli imbecilli"

Ci si chiede:
Quando la misericordia di Dio ci fu propizia?
Quando mai noi italiani abbiamo meritato la misericordia divina?
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Secondo la Aidaa anche in provincia di Brescia molti felini vengono uccisi per essere mangiati
Allarme degli animalisti: il gatto finisce in salmì

Complici le nevicate abbondanti dei giorni scorsi, fioccano le segnalazioni di gatti che in questi giorni sarebbero finiti in padella, cucinati in salmì. La denuncia è dell’associazione animalista Aidaa, secondo cui soprattutto nelle province di Brescia, Sondrio, Treviso, Cuneo, Milano, Vicenza, Padova e Belluno, riemerge prepotentemente la tradizione di cucinare il gatto in salmì. Sarebbero almeno 2.500 i mici scomparsi e mangiati dall’inizio dell’anno in Italia. Il gatto in salmì accompagnato dalla polenta, spiega l’Aidaa, è una tradizione soprattutto a Dubino in Valtellina o nelle località alpine delle province di Bergamo, Brescia, Treviso e Sondrio dove il piatto tipico non è mai tramontato. Sono molte, spiega l’Aidaa, le segnalazioni che riferiscono di gatti catturati ed uccisi e lasciati per alcuni giorni sotto la neve e poi finiti in padella. Una vicenda a dir poco macabra, della quale però, almeno a Brescia, fino alla denuncia dell'associazione non si era mai sentito parlare. Resta da capire, spiega ancora Aidaa, se questi gatti vengono uccisi e mangiati solo a causa di una ignobile tradizione locale oppure se questo incremento rispetto ai dati degli scorsi anni possa essere un sintomo di situazioni di difficoltà economiche come del resto si è già verificato nei mesi scorsi alla periferia di Roma e a Tivoli. Le sparizioni di gatti, in effetti non sono una novità. Molto spesso si tratta di randagi che vivono in colonie feline, dove gli animali vengono catturati e destinati alla morte per avvelenamento, alla sperimentazione e vivisezione cosmetica e farmacologica (girano voci di gatti rapiti e venduti a laboratori di ricerca pubblica, dice sempre l'associazione), a sacrifici rituali (messe nere e riti esoterici) o addirittura alla tavola.

Il grosso problema non stà nei numeri dei rapimenti, ma nel fatto che troppo spesso i padroni dei gatti rubati non si rivolgono alle forze dell’ordine per denunciare il fatto.

By Angelo Stelitano


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