La Chicchetta - 64

martedì 13 gennaio 2009


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Macerata 1817 Gli insorti antipapalini affiggono sui muri questo proclama:
"Quando l'altissimo Iddio vuole punire i popoli, li consegna al governo degli imbecilli"
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Oroscopo Tremonti


Si deve sperare che il 2009 possa portare quelle riforme nella vita dei mercati che la drammatica crisi del 2008 ha dimostrato indispensabili, ma senza che finora se ne siano visti neppure i primi passi. Il nodo cruciale è e rimane quello di mettere in campo nuove regole che possano scongiurare il ripetersi dei guasti provocati da un'allegra finanza lasciata correre a briglia sciolta tanto dalle autorità di vigilanza quanto dai poteri politici, sovente indifferenti ma talvolta pure conniventi.Occorre, però, annotare che oggi in Italia si fatica a nutrire fiducia in una svolta normativa rassicurante per i risparmiatori. Non aiutano a sperare bene alcune scelte politiche assunte in chiusura d'anno e, ancora meno, l'incresciosa polemica sollevata dal ministro dell'Economia contro il governatore della Banca d'Italia. Già in termini di elementare galateo istituzionale è imbarazzante che Giulio Tremonti si lasci andare a una raffica di battute goliardiche contro Mario Draghi, per giunta sul palcoscenico internazionale di un vertice Eurofin. Ma, quanto al merito, peggio ancora: perché le incaute parole del ministro offrono il fianco alla sgradevole impressione che Tremonti alzi questo polverone per scaricare altrove il barile delle sue responsabilità.Infatti, se per Tremonti sarà "demenziale stare ad ascoltare le lezioni di chi non ha capito nulla", come ha detto riferendosi al lavoro del Financial Stability Forum, presieduto da Draghi, quel che risulta ancor più demenziale per tutti è prestare ascolto alle parole di un ministro dell'Economia che vanta in materia precedenti assai poco encomiabili. Un caso lontano: Giulio Tremonti è il ministro che, alla vigilia di due rovinosi crac come Cirio e Parmalat, non si è opposto alla riduzione a bagatella penale di un reato economico fra i più insidiosi come il falso in bilancio. Un caso vicino: lo stesso Tremonti è il ministro che, con la tempesta bancaria di quest'estate all'orizzonte, è partito a soprattassare i profitti di quegli stessi istituti a soccorso dei quali si trova ora costretto a mettere a disposizioni cifre enormemente maggiori di quelle incassate con le maggiori imposte. Sempre Tremonti poi è il ministro che ha dettato nuove regole sulle offerte pubbliche d'acquisto, il cui fine è ingessare il potere dei gruppi di comando delle società a scapito di tutti gli altri azionisti. E ancora Tremonti è colui che ha appena deciso di far slittare di altri sei mesi l'introduzione di un forte strumento di difesa dei piccoli risparmiatori, quale la 'class action'. Per spiegare le sue sortite polemiche il ministro dell'Economia ha detto che la crisi attuale "è il riflesso del fallimento dei regolatori" e quindi che "le regole non possono essere rifatte dai regolatori: spetta ai politici". La tesi sarebbe anche impeccabile, se non fosse che poi i politici cui 'spetta' agiscono come Giulio Tremonti.




Fonte: l'Espresso.



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