La Chicchetta - 154

giovedì 11 giugno 2009

Brunetta: cresce il potere d'acquisto di lavoratori e pensionati. E gli industriali lo contestano
"I redditi sono sempre più alti"
ma la Cei lo smentisce


Nell’ultimo anno il potere d’acquisto per i lavoratori dipendenti e i pensionati è aumentato dell’1-2 per cento: in Italia la povertà è diminuita. È la tesi esposta dal ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, dal palco dell’Auditorium della Tecnica di Confindustria dove è in corso la Giornata dell’Innovazione. La platea del convegno, però, non ha accolto positivamente le parole di Brunetta e dopo qualche mugugno nella sala il ministro è sbottato: "Rumoreggiate quanto volete, ma queste sono le statistiche", si è rivolto ai partecipanti. Brunetta ha poi cercato di continuare il suo intervento ma ha dovuto chiedere esplicitamente alla platea di "smetterla di rumoreggiare" per andare avanti. E a contestare il ministro non sono stati i sindacati, bensì gli industriali, ovvero una parte di società tradizionalmente amica del governo di centrodestra. Le presunte statistiche del ministro sono state immediatamente smentite con dati oggettivi. "Dal '93 il valore delle pensioni è calato del 30%", ha detto il segretario Cisl Gianni Baratta rispondendo a Brunetta. "Cassa integrazione, dati economici e prospettive di una contrazione del pil quest’anno intorno al 5% lasciano ritenere che avremo una compressione dei consumi, un problema di minori introiti fiscali e un conseguente aggravio dei conti pubblici. È una miscela esplosiva per il Paese - ha aggiunto - prima di dire che siamo usciti dal tunnel ce ne vuole". Parole, quelle di Brunetta, che hanno trovato un forte argine anche nella posizione dei vescovi italiani. Perché, secondo la Cei, a motivo della crisi economica mondiale, che ha pesanti ricadute anche in Italia, soprattutto sul piano occupazionale, nel nostro Paese "le diseguaglianze aumentano invece di diminuire". Lo affermano i vescovi italiani nel comunicato finale della loro 59' Assemblea Generale. I presuli contestano per questo l’utilizzo della parola "esuberi" per segnalare i lavoratori considerati in eccedenza nei settori colpiti dalla crisi, visto che si tratta di persone e non di oggetti. I vescovi si associano quindi al "richiamo" fatto nei giorni scorsi dal cardinale presidente, Angelo Bagnasco a "non sottovalutare la crisi" occupazionale in corso "come si trattasse di alleggerire la nave di futile zavorra. Nessuno ignora - si legge nel comunicato - il pesante impatto della sfavorevole congiuntura economica internazionale, di cui non si riesce a cogliere ancora esattamente la portata, né si intende minimizzare l'impegno profuso da chi detiene l'autorità".

Per la Cei, però, "resta evidente che i costi del difficile momento presente ricadono in misura prevalente sulle fasce più deboli della popolazione".
Anche gli industriali e la Cei sono tutti comunistacci della CGIL?


By Angelo Stelitano


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