La Chicchetta - 208

giovedì 5 novembre 2009

L’INFLUENZA DIMENTICATA

Quando finirà questa conta quotidiana dei ricoverati e dei morti per influenza A? Prima o poi finirà, per overdose. Dall’apertura dei telegiornali si passerà a metà notiziario e poi in coda, senza filmati. Dai singoli decessi si passerà a raggrupparli per decine e poi se ne parlerà sempre meno. Non potrà essere che così. Il viceministro Fazio dice che l’influenza A ha un grado di letalità dieci volte inferiore a quello di una qualsiasi altra influenza classica. Però è più contagiosa. Allora, se la classica influenza stagionale causa circa 8.000 decessi l’anno per sopravvenute complicazioni, potremmo prevedere un migliaio di morti per l’influenza A. Sarà possibile, nei prossimi cinque mesi, dare conto quotidianamente di circa 9.000 morti, quando negli altri anni non si è dato conto nemmeno di uno? Sarebbe ora di ammettere che sull’influenza A si è creato un circo mediatico morboso, non giustificato dalla gravità del virus di cui si parla e che serve soltanto a creare e diffondere paura. Ogni anno si parla di epidemia influenzale e nessuno si allarma. Questa primavera, l’Organizzazione mondiale della sanità ha avuto la bella pensata di parlare di pandemia, che non è altro che un’epidemia mondiale. E' bastata questa parola, insieme al bollettino sui livelli d’allarme, a creare la paura globale. Intanto, ogni governo va per conto suo. Quello francese ha ordinato vaccini per il cento per cento della popolazione, quello spagnolo per il sessanta per cento, quello italiano per il quaranta per cento. In Ucraina, dove l’influenza A è diventata oggetto di scontro politico in vista delle prossime elezioni, il governo ha deciso la chiusura delle scuole per tre settimane e l’annullamento degli eventi pubblici. Risultato: panico e assalto alle farmacie. Sarebbe ora che dalle autorità arrivasse un messaggio chiaro, univoco e comprensibile. Finché si dice che l’influenza A è meno aggressiva e letale della normale influenza stagionale e contemporaneamente si invita ossessivamente a vaccinarsi contro il nuovo virus, mentre per quello dell’influenza stagionale non si fa alcun invito del genere, la gente rimarrà sempre più disorientata, con la sensazione che qualcosa di preoccupante le venga nascosto. Se la vera ragione per una vaccinazione di massa contro l’influenza A non è di carattere sanitario ma è quella di evitare troppi ammalati contemporaneamente, con un rischio di paralisi dell’economia e dei servizi, è ora di dirlo chiaramente.
Altrimenti si spieghi perché non c’è mai stata e non c’è la stessa pressione a vaccinarsi contro l’influenza stagionale, che è dieci volte più letale.

By Angelo Stelitano


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